Il pascolo

Intl’arpe

Accanto all’agricoltura, l’allevamento era la principale risorsa economica per le comunità dell’alta val Borbera. La gestione consuetudinaria del pascolo consentiva una conduzione ottimale delle praterie sommitali.

A fine giugno o ai primi di luglio, su decisione assembleare delle commissioni riunite a rappresentanza delle varie famiglie, si iniziava all’unisono il lavoro di sfalcio sulle praterie sommitali (intl’arpe), allo scopo di garantirsi la scorta di fieno per il lungo inverno appenninico.

Il lavoro durava circa due settimane, durante le quali le vacche potevano pascolare solo nei terreni incolti in prossimità del villaggio o nei boschi. Concluso il lavoro di sfalcio, il bestiame era libero di pascolare nelle praterie sommitali, mai allo stato brado, ma sempre sotto la sorveglianza dei pastori, spesso ragazzini o anziani.

Il pascolo
Il pascolo

Con l’abbandono del territorio e l’avanzare di arbusteti e bosco di invasione, si pone il tema del ripristino di aree aperte di prateria (attraverso l’incentivazione del pascolo locale o con interventi finalizzati di miglioramento ambientale) che, oltre a detenere un valore paesaggistico e storico, rappresentano habitat associati a numerose specie faunistiche e botaniche; particolarmente rinomate sono le fioriture di narcisi, genziane e orchidee.


Articoli correlati

Al momento non c’è nessun articolo correlato.