Il territorio

Il territorio proposto per l’istituzione dell’eco-museo dei Sette Ricordi si trova all’interno del Comune di Carrega Ligure, localizzato nell’estremità sud-orientale della Regione Piemonte al confine con Liguria (Provincia di Genova) e Emilia Romagna (Provincia di Piacenza) e a pochi chilometri dai confini della Lombardia (Provincia di Pavia).

L’intero territorio del comune è considerato come una propaggine della cintura appenninica ligure e ciò assume un significato che va al di là dello stretto profilo geo-morfologico. Infatti, molti fattori di ordine culturale (dialetto, tradizioni, costumi e usanze gastronomiche, musiche e rapporti commerciali) legano in modo particolarmente stretto questo territorio alle realtà vallive dell’entroterra ligure, piacentino ed emiliano. Per questo motivo l’insieme dei piccoli comuni rurali arroccati su queste pendici appenniniche costituisce l’ideale territorio denominato delle “Quattro Province”.

L’altimetria della zona varia da un minimo di 500 m fino ad un massimo di 1600 – 1700 m s.l.m., le cime più alte del comprensorio comunale sono rappresentate dal Monte Legnà (1669 m) e dal Monte Carmo (1640 m).

Il territorio comunale si estende per circa 55,48 kmq, ed è suddiviso in una ventina di aggregati abitativi ai quali si aggiunge una diffusa edilizia sparsa sul territorio (i cosiddetti casoni), nata in parte come rete di servizio alle attività antropiche (edifici rurali), in parte come insediamenti agropastorali stagionali utilizzati per lo più nella stagione estiva.

Tra le frazioni che compongono il Comune di Carrega Ligure, dieci sono ancora abitate per tutto l’anno o per buona parte di esso; si tratta dei paesi di Agneto, Berga, Bolianca, Campassi, Croso, Ca’ dei Campassi, Capanne di Carrega, Carrega Ligure, Connio, Cartasegna, Daglio, Fontanachiusa, Magioncalda, San Clemente e Vegni.

Reneuzzi e Casoni sono nuclei ormai completamente abbandonati, a seguito dello spopolamento connesso al boom industriale degli anni ’50 e ‘60 del secolo scorso, lo stesso può dirsi di Chiapparo e Ferrazza, anche se questi ultimi sono frequentati occasionalmente durante la stagione estiva.

Tutti i nuclei abitativi hanno pressoché conservato l’assetto urbanistico originario, mentre le singole case hanno subito modifiche e ammodernamenti, anche se non sono pochi gli esempi di architettura tradizionale in stato più o meno buono di conservazione e comunque meritevoli di un recupero conforme alle caratteristiche dell’architettura rurale originaria.

Il Comune di Carrega Ligure comprende la parte altimetricamente più significativa della Val Borbera, caratterizzata da una conformazione lievemente arcuata, orientata da Sud-Est verso Ovest, Nord-Ovest. Il territorio è delimitato da un lungo crinale (che potrebbe in parte corrispondere alla denominazione Monte Lungo utilizzata nell’alto Medioevo) che ad est raggiunge la sua massima elevazione nel monte Carmo (m. 1640) e attraversa l’importante valico di Capanne di Carrega, storica osteria e stazione di posta sulle antiche vie del sale, oggi punto di passaggio dell’itinerario escursionistico della Via del mare.

Dal valico di Capanne di Carrega il crinale assume un orientamento Sud-Ovest fino all’importante cima del monte Antola, da dove il crinale cambia di nuovo direzione con un andamento Nord-Ovest.

A nord l’area è delimitata dal crinale che, all’altezza del passo del Legnà volge verso ovest attraverso le cime della Lama (sulle carte denominato Legnà) e del Porreio, spartiacque tra Carreghino e Cosorella, mentre ad ovest, dal valico su cui sorge la storica chiesa di San Fermo si diparte un crinale in direzione Nord-Est che separa i bacini idrici dell’Agnellasca e del Carreghino, con i relativi affluenti, da quello del Gordenella.

La maggior parte degli insediamenti si trova ad un’altezza compresa tra i 700 e i 1000 metri, con il paese di Vegni che rappresenta la quota più elevata di un nucleo abitativo (m. 1.040). L’intera area presenta caratteristiche tipiche del tratto di Appennino ligure compreso nel territorio delle Quattro Province, con praterie sommitali a pascolo (utilizzate in misura ridotta rispetto al passato), faggete in via di riconversione spontanea a fustaia, fasce terrazzate in stato di abbandono con formazioni arbustive di invasione.

Il torrente Borbera, dal quale la valle prende il nome, nasce dalla confluenza tra i torrenti: Carreghino-Agnellasca, Cosorella e Gordenella e fa parte del bacino idrografico del fiume Scrivia i cui confini, determinati dalla linea di spartiacque, non sempre coincidono con quelli amministrativi regionali, ma interessano anche alcuni territori liguri.